Le definizioni, le leggi e i requisiti sulla diffamazione possono essere complicati.
È difficile sapere da dove iniziare quando si segnala una diffamazione. Ma non preoccuparti!
In questa ampia guida, ti illustreremo:
- I tipi più comuni di diffamazione online, definizioni e termini legali;
- I casi di diffamazione online più conosciuti;
- Come intentare una causa per diffamazione e vincerla;
- I vari modi per affrontare la diffamazione, imparando sei punti chiave del Diritto all’Oblio;
- Le domande più importanti e frequenti sulla scelta di avvocati esperti in diffamazione.
Questa guida è il risultato dell’esperienza accumulata dalla nostra azienda nella gestione di casi di diffamazione online e protezione dei dati.
Viene anche dalla nostra competenza nel rappresentare migliaia di privati e aziende in tutto il mondo, vittime di attacchi online.
Aiutiamo le vittime di diffamazione e molestie online a comprendere meglio i loro diritti e i rimedi legali per difendersi e ripristinare la propria reputazione.
Che cos’è la diffamazione online?
La diffamazione è una dichiarazione falsa, resa a un terzo, che arreca un danno alla reputazione di un’altra persona o ente.
Secondo Treccani, per diffamazione si intende:
“In partic., sotto l’aspetto giuridico, reato consistente nel recare offesa all’altrui reputazione comunicando a due o più persone, […] notizie di fatti che possano comunque ledere o diminuire la stima morale o intellettuale o professionale che la persona gode nell’ambiente in cui vive.”
La diffamazione che si verifica online è nota come “diffamazione online” o “diffamazione su Internet”.
Nel 2020, la Polizia di Stato ha elaborato 2.234 denunce per diffamazione.

In precedenza, l’ingiuria era inclusa nell’articolo 594 del codice penale:
“Chiunque offende l’onore o il decoro di una persona presente è punito…”
Oggi depenalizzato con il D.L.vo n. 7 del 15 gennaio 2016.
Un altro termine che si utilizza per descrivere la diffamazione è calunnia, che Treccani definisce così:
“Diceria, imputazione o denuncia, coscientemente falsa, con cui si attribuisce a una persona una colpa, un reato o comunque un fatto che ne offenda la reputazione”.
Allo stesso modo, c’è una definizione anche per una delle parti coinvolte, definita diffamatore o calunniatore.
Diffamazione online per le aziende
Come i privati, anche le aziende diffamate godono di rivendicazioni legali e rimedi disponibili ai sensi delle leggi sulla diffamazione.
Alla persona giuridica viene riconosciuto, in Italia, il diritto all’onore e alla propria immagine, seppur con delle piccole differenze rispetto alla persona fisica.
Per questo anche la persona giuridica può essere considerata autore o vittima di diffamazione online.
Leggi sulla diffamazione in Italia
Una delle domande più frequenti che le vittime si pongono è se la diffamazione online sia un reato. La risposta è semplice: sì.
Ti spieghiamo quali testi consultare per trovare le leggi italiane che ti proteggono dalla diffamazione online:
- Costituzione della Repubblica Italiana;
- Codice Penale;
- Codice Civile;
- Regolamento UE 2016/679.
Costituzione della Repubblica Italiana
La Costituzione della Repubblica Italiana menziona nei primi undici articoli, quelli che sono i principi fondamentali di ogni individuo.
Questi sono ascrivibili all’interno dei diritti della personalità.
Si tratta di diritti soggettivi assoluti che spettano all’individuo in quanto tale, e sono diretti ad affermare e garantire esigenze di carattere esistenziale.
Di fondamentale importanza è l’art. 3:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge…”
Questo articolo, affermando la pari dignità sociale di tutti i cittadini, ne tutela implicitamente l’onore, la buona reputazione e la riservatezza.
Di fatto, vieta che le persone possano esprimere giudizi falsi e diffamatori nei confronti dei propri simili.
D’altra parte, l’articolo 21 della Costituzione tutela il diritto dei cittadini alla libertà di espressione:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Codice Penale
Il Titolo XII del Libro II del Codice Penale tratta i reati contro la persona, tra i quali anche i delitti contro l’onore.
L’articolo 595 fa specifico riferimento alla diffamazione:
“Chiunque, […] , comunicando con più persone offende l’altrui reputazione, è punito…”
Le pene previste dalla legge includono la reclusione fino a tre anni nel caso in cui l’offesa sia recata a mezzo stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, come nel caso della diffamazione online.
A questo tipo di diffamazione corrisponde la pena massima poiché si considera l’aggravante del mezzo di diffusione: i media tradizionali e social network, sono per loro natura in grado di raggiungere un numero indefinito di persone; pertanto, aumentano la capacità lesiva dell’espressione diffamante.
Codice Civile
Nel caso venga offeso l’onore di una persona, si può aprire una causa civile per ottenere il risarcimento dei danni.
L’articolo 10 del Codice Civile tutela il Diritto all’Integrità Morale, all’Onore, all’Immagine e alla Riservatezza e recita quanto segue:
“Qualora l’immagine di una persona […] sia stata esposta o pubblicata fuori dei casi in cui l’esposizione o la pubblicazione e’ dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei detti congiunti, l’autorita’ giudiziaria, su richiesta dell’interessato, puo’ disporre che cessi l’abuso, salvo il risarcimento dei danni”.
Regolamento UE 2016/679
Il General Data Protection Regulation (GDPR) è il Regolamento UE 2016/679, in materia di privacy e diritto all’oblio.
La normativa è composta da 99 articoli e offre la possibilità di richiedere la rimozione di quei contenuti che appaiono su Google e costituiscono casi di diffamazione online.
I dati personali, le informazioni finanziarie o le preferenze di acquisto sono esposti e possono essere soggetti a un uso improprio e non autorizzato.
Una realtà che riguarda spesso anche le figure professionali.
È in questa prospettiva che si crea il GDPR, che regola la privacy e il diritto all’oblio.
Il Regolamento è in vigore in tutti i Paesi dell’Unione Europea e non ha bisogno di alcuna implementazione da parte degli Stati membri.
Elementi della diffamazione online
In generale, chi querela per diffamazione deve dimostrare quattro elementi perché la sua richiesta possa avere successo:
- C’è una falsa dichiarazione riguardo al richiedente;
- Nella falsa dichiarazione sono stati coinvolti terzi;
- Si tratta di un fatto intenzionale;
- La dichiarazione danneggia la reputazione del querelante.
Per essere considerato un reato, deve soddisfare i criteri stabiliti dal codice penale.
Diffamazione per se
La diffamazione per se è un concetto latino, che si traduce come “intrinseca” o “di per sé”.
Si riferisce a parole che danneggiano la reputazione di un individuo, senza provare che la lesione sia avvenuta.
La maggior parte delle giurisdizioni valuta la diffamazione come diffamazione per se.
Diffamazione per quod
Per quod è un termine latino, che si traduce come “per cui”.
Questo concetto si riferisce a un atto diffamatorio che non è supportato da un’azione legale, ma che sarà processato nel momento in cui se ne dimostri la prova di circostanze speciali.
Privati contro personaggi pubblici
La difficoltà di provare una denuncia per diffamazione dipende in gran parte dal fatto che il querelante sia un personaggio pubblico o privato.
I privati sono persone comuni che non si sono volontariamente o involontariamente trovate coinvolte in una controversia pubblica.
Poiché le figure private non si trovano esposte nella società per commenti o dibattiti pubblici, la legge rispetta il loro diritto alla privacy e impone un onere della prova meno rigoroso.
Le persone sono considerate figure pubbliche, invece, quando hanno un certo grado di influenza nella società o si sono trovate coinvolte volontariamente o involontariamente nelle controversie pubbliche.
I personaggi pubblici sono di solito celebrità, politici, atleti e altre figure di spicco.
Si tratta, quindi, di individui esposti nella società per commenti pubblici, discussioni o dibattiti.
Inoltre, i personaggi pubblici godono dell’esposizione mediatica, delle critiche e dei commenti pubblici, motivo per cui le loro controversie dovrebbero essere discusse apertamente e senza timore di censure o ripercussioni legali.
Questioni di interesse pubblico e privato
Alcuni argomenti, che rientrano nell’interesse pubblico, possono essere discussi liberamente.
In questi casi è positivo per la società e l’interesse pubblico stesso discuterne senza timore di censure o ripercussioni legali.
Il GDPR, infatti, prevede delle eccezioni nell’esercizio del Diritto all’Oblio e una di queste è quella di garantire la libertà di espressione.
Tale libertà è citata anche all’interno della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, all’articolo 11.
Ovviamente, all’interno della libertà di espressione non si considerano le cosiddette fake news, che sono a tutti gli effetti notizie false e prive di fondamento.

Tra il 2019 e il 2020, la Polizia di Stato ha evidenziato un aumento delle segnalazioni di fake news del 436%: dalle 21 del 2019 alle 134 del 2020.
Difese alla diffamazione online
Spesso, i querelanti per diffamazione non contemplano la possibilità che l’altra parte potrebbe non aver torto.
Ci sono molte linee di difesa che gli imputati possono seguire per evitare la colpevolezza.
Qui esaminiamo i privilegi e le difese più comuni a disposizione degli imputati accusati di diffamazione:
- Libertà di espressione;
- Difesa del privilegio;
- Presunzione di innocenza.
Libertà di espressione
La legge tutela la libera diffusione di pensieri, idee e opinioni.
La diffamazione online implica una falsa dichiarazione di fatto, qualcosa che può essere dimostrato vero o falso.
Un imputato per diffamazione può fare affidamento sulla libertà di espressione in quei casi in cui una dichiarazione non può essere dimostrata vera o falsa.
Tuttavia, le dichiarazioni che contengono sia opinioni che fatti possono essere perseguibili quando i presunti fatti sono diffamatori e falsi.
In Italia, la libertà di espressione è sancita dall’articolo 21 della Costituzione.
Un esempio eclatante riguarda la recente condanna a Vittorio Feltri e Pietro Senaldi per la pubblicazione in prima pagina sul quotidiano Libero, nel 2017, del titolo “Patata bollente” in riferimento alla allora sindaca di Roma Virginia Raggi.

La sentenza del Tribunale di Catania, cui è stato affidato il caso, ha giudicato i due imputati colpevoli di diffamazione a mezzo stampa, per aver “offeso la reputazione di Virginia Raggi”, dopo la querela sporta della diretta interessata.
Il diritto di cronaca e di critica politica, nonché la libertà di espressione che sempre viene riconosciuta ai giornali, invocati da Feltri e Senaldi sono stati respinti in nome dell’offesa arrecata alla persona, lesiva dell’onore di Virginia Raggi.
Difesa del privilegio
La difesa del privilegio si riferisce semplicemente al diritto o al godimento legale dell’imputato di fare o dire qualcosa in un determinato momento.
Nel contesto della diffamazione, la difesa del privilegio consente a una persona di comunicare o pubblicare una dichiarazione indipendentemente dal suo contenuto.
Se una dichiarazione non è protetta da nessuna delle seguenti difese di privilegio, allora sarà considerata “non privilegiata” e la parte che l’ha comunicata o pubblicata sarà considerata legalmente responsabile.
La difesa del privilegio esiste per promuovere politiche democratiche fondamentali, assicurando un dibattito libero e una discussione aperta, senza timore di ripercussioni legali.
Privilegio assoluto
Il privilegio assoluto consente alle persone di pubblicare o comunicare dichiarazioni specifiche, indipendentemente dal fatto che il contenuto della dichiarazione sia diffamatorio o meno.
I privilegi assoluti coprono procedimenti giudiziari, procedure ufficiali e azioni esecutive.
Un procedimento giudiziario è un procedimento legale svolto da un tribunale per far rispettare o determinare dei diritti legali.
Le parti comuni ai procedimenti giudiziari prevedono giudici di pace, magistrati, funzionari del tribunale e altre figure, come il pubblico ministero e gli avvocati.
Anche i querelanti e gli imputati dei procedimenti giudiziari sono protetti dal privilegio assoluto.
Le procedure ufficiali sono procedure limitate a un’area specifica di autorità e seguono linee guida meno rigorose.
Le procedure ufficiali sono comunemente risolte di fronte ad agenzie e consigli di amministrazione, come i comitati ospedalieri.
Le azioni esecutive fanno capo al Ministro del Consiglio, agli altri membri del ramo esecutivo e ai funzionari esecutivi.
Privilegio qualificato
Un privilegio qualificato si applicherà alle circostanze in cui le comunicazioni si effettuano, in buona fede, per difendere un interesse specifico e con un pubblico limitato.
Il privilegio qualificato, quindi, consente a una persona di comunicare o pubblicare una dichiarazione per una buona ragione, a un pubblico ristretto che merita di conoscere le informazioni.
Poiché il privilegio qualificato non è forte come il privilegio assoluto, non dà immunità alle persone che effettuano o pubblicano una dichiarazione con malizia o indifferenza.
Il privilegio qualificato è generalmente concesso a persone con ruoli di responsabilità e autorità che hanno un dovere sociale, morale o legale nei confronti della società.
Privilegio statutario
Un privilegio statutario è prescritto e delineato dalla legge.
I privilegi legali codificano situazioni specifiche in cui una parte può pubblicare e comunicare dichiarazioni concrete, anche diffamatorie.
Privilegio di rapporto equo
Il privilegio di segnalazione imparziale è concesso a individui e organizzazioni che adoperano rapporti e procedure legislative, amministrativi e di altro tipo e quindi li pubblicano in buona fede.
Il privilegio di rapporto equo esiste per promuovere la presenza di media imparziali e democratici.
Le informazioni ufficiali devono essere pubblicate in modo equo, completo e accurato.
Privilegio di rapporto neutrale
Il privilegio di segnalazione neutrale protegge gli individui e le organizzazioni che ripubblicano fatti e accuse non verificate riguardanti funzionari e personaggi pubblici.
Gli imputati devono quasi sempre dimostrare che la relazione era imparziale e a vantaggio dell’interesse del pubblico.
Le persone che pubblicano dichiarazioni comunicate da terzi che poi risultano diffamatorie, sarebbero ritenute responsabili della comunicazione diffamatoria originale.
Presunzione di innocenza
La presunzione di innocenza è il diritto di ogni persona a non subire una condanna, a meno che la colpa non sia accertata con sentenza definitiva, in un processo equo.
È disciplinata all’interno dell’articolo 27 della Costituzione della Repubblica:
“L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”.
Allo stesso modo, questo diritto è protetto dall’articolo 11.1 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo:
“Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.”
Come presentare una causa per diffamazione o un reclamo online
Ci sono diversi requisiti e decisioni strategiche di cui tu e il tuo avvocato dovreste essere a conoscenza:
- Richiedere la rimozione di informazioni diffamatorie;
- Requisiti per avviare una causa;
- Dove intentare la causa per diffamazione;
- Elementi della causa per diffamazione;
- Le garanzie delle libertà e dei diritti fondamentali;
- Obbligo di rettifica;
- Diffamazione nei confronti di un defunto.
Richiedere la rimozione di informazioni diffamatorie
In caso di diffamazione online su una pagina web, per esempio, la prima opzione da considerare è contattare il sito web.
E, quindi, chiedere al webmaster il ritiro dell’informazione, sostenendo la sua natura diffamatoria.
Se non ricevi risposta, puoi contattare Google, responsabile del trattamento dei dati personali.
Il motore di ricerca è obbligato a rimuovere i link da determinate pagine web.
Tuttavia, anche se una pagina viene rimossa dai risultati di Google, il sito continua a contenere le informazioni perché il motore di ricerca non controlla anche il contenuto.
Come ultima opzione, contatta il nostro team specializzato nel Diritto all’Oblio; la sua applicabilità si estende anche alle informazioni diffamatorie.
La richiesta deve tenere in conto gli interessi del querelante, ma anche l’interesse pubblico della notizia.
Requisiti per intentare una causa
Le prove di diffamazione, calunnia o ingiuria, a seconda dei casi, sono difficili da dimostrare.
Soprattutto se questa si verifica su Internet e la persona che diffama è anonima.
In ogni caso, le prove che il richiedente può notificare sono le seguenti:
- Testimonianze: persone che hanno assistito agli atti diffamatori e possono testimoniarlo.
- Testi scritti o messaggi: consegna i messaggi completi in cui viene arrecata la calunnia o la diffamazione.
Cioè WhatsApp, e-mail o social network.
- Registrazioni audio: è imperativo che la vittima di diffamazione compaia.
Come stabilisce la sentenza n. 24288/2016 della Corte di Cassazione, queste possono costituire una forma di documentazione,
- Perizie psicologiche: la valutazione di uno psicologo, sviluppata in una perizia, può indicare se la vittima soffre, ad esempio, di ansia, a seguito della diffamazione.
Come avviare una causa per diffamazione online?
L’articolo 120 del Codice Penale sancisce il diritto dei cittadini a citare in giudizio un reato se questo non può essere perseguito d’ufficio:
“Ogni persona offesa da un reato per cui non debba procedersi d’ufficio o dietro richiesta o istanza ha diritto di querela”.
In un processo civile, invece, l’interessato deve rivolgersi al Tribunale o al Giudice di Pace.
Elementi della causa per diffamazione online
In ogni causa per diffamazione, sono presenti i seguenti elementi:
- Tribunale giudicante, a cui è diretta la denuncia;
- I dati anagrafici della vittima e dell’imputato;
- Il dettaglio del procedimento, con il rapporto degli eventi in ordine cronologico;
- La base giuridica: Costituzione italiana; Codice Penale, Codice Civile, GDPR;
- Domanda e firma.
Le garanzie di libertà e dei diritti fondamentali
Abbiamo già detto che i diritti fondamentali della persona sono sanciti dai primi dodici articoli della Costituzione.
A livello nazionale, a questi vanno aggiunti gli articoli dal 5 al 10 del Codice Civile, che tutela i diritti della personalità, e gli articoli del Codice Penale che regolano i delitti contro la persona.
Dal punto di vista delle fonti sovranazionali, bisogna considerare:
- La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo proclamata dalle Nazioni Unite nel 1948;
- La Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali, modificata da protocolli aggiuntivi;
- Il Patto internazionale sui diritti civili e politici, reso esecutivo nel 1977;
- Il Trattato sull’Unione Europea, modificato dal Trattato di Lisbona entrato in vigore nel 2009;
- Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, detta anche Carta di Nizza;
- Convenzione sui diritti umani e la biomedicina, detta Convenzione di Oviedo.
Obbligo di rettifica
L’obbligo di rettifica e il relativo diritto di chiedere la rettifica sono previsti in diversi ordinamenti giuridici:
- Legge n. 47 del 1948 (legge sulla stampa);
- Legge n. 69 del 1963, Ordinamento della professione giornalistica;
- Decreto Legislativo 31 luglio 2005, n. 177, Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici.
I soggetti ritenuti offesi, possono chiedere la rettifica delle informazioni, sia di quelle inesatte e contrarie alla verità, sia di quelle ritenute lesive della loro dignità, anche se veritiere.
Diffamazione di un defunto
Il codice civile indica all’articolo 597 paragrafo 3, come si regola la diffamazione nei confronti di un defunto:
“Se la persona offesa muore prima che sia decorso il termine per proporre la querela, o se si tratta di offesa alla memoria di un defunto, possono proporre querela i prossimi congiunti , l’adottante e l’adottato;
In tali casi, e altresì in quello in cui la persona offesa muoia dopo avere proposto la querela, la facoltà indicata nel capoverso dell’articolo precedente spetta ai prossimi congiunti, all’adottante e all’adottato”.
Come affrontare la diffamazione online e difendersi
Intentare una causa è certamente uno strumento efficace per combattere la diffamazione, resta comunque soltanto un modo per ripristinare la tua reputazione.
In questa paragrafo, esaminiamo invece cinque strategie efficaci per combattere la diffamazione online:
- Ignorare la diffamazione;
- Rispondere alla diffamazione;
- Servizi di gestione della reputazione online;
- Eliminare la diffamazione;
- Presentare una causa per diffamazione.
Se sei bersaglio di diffamazione e altre false accuse, è essenziale affrontare il problema con metodo.
In caso contrario, i contenuti diffamatori verranno diffusi e ricondivisi causando danni sostanziali alla persona o all’azienda.
Ecco cinque suggerimenti per affrontare la diffamazione in modo da essere meglio preparati a contrattaccare.
Ignorare la diffamazione online
Nella maggior parte dei casi, ignorare la diffamazione non è una buona idea.
Di solito il problema non scompare né viene risolto.
In realtà questo dipende molto dall’entità della diffamazione e da ciò che rappresenta per la reputazione tua e della tua azienda.
Ignorarla può essere un’opzione nei casi in cui i contenuti diffamatori sono sepolti da una moltitudine di contenuti positivi o non causano danni reali.
Oppure, può essere un’alternativa quando l’affermazione è debole, di poco valore, e nessuno vi presta attenzione.
È essenziale comprendere appieno la portata e le potenziali conseguenze dei contenuti diffamatori prima di scegliere di ignorarli.
Ti consigliamo di contattare un avvocato per capire se è una scelta appropriata per la tua situazione.
Rispondere alla diffamazione online
Rispondere alla diffamazione online va bene soltanto in alcune situazioni, ma è necessario prestare attenzione.
In generale, sconsigliamo ad aziende e privati di rispondere agli attacchi diffamatori in maniera diretta, nello stesso spazio in cui sono stati effettuati.
Ciò può attirare attenzione indesiderata sul problema e aumentarne la visibilità nei risultati di ricerca su Internet.
Tuttavia, se sei nel bel mezzo di una crisi reputazionale o sei un grande marchio, è sicuramente molto più appropriato rispondere a quelle recensioni negative e diffamanti.
Per le aziende che intendono rispondere a recensioni online false o negative, è importante tenere presente quanto segue:
- Velocità e reattività nella risposta;
- Modalità di contatto;
- Accordo di riservatezza;
- Rimedio adeguato;
- Altre opzioni ragionevoli.
Velocità e reattività nella risposta
Quando si risponde alla diffamazione online, è necessario farlo rapidamente.
Cioè, nelle successive 48 ore.
Il diffamatore comprende che la vittima fa sul serio e può rimuovere il contenuto dal sito web.
Non è sempre facile individuare post diffamatori o recensioni false.
Ti consigliamo di configurare un account Google Alert per ricevere notifiche ogni volta che viene menzionato in rete il tuo nome o il nome della tua azienda.
Modalità di contatto
Se possibile, la comunicazione dovrebbe avvenire telefonicamente.
Una telefonata può servire a trasformare una situazione impersonale in una personale.
Il cliente sente che le sue preoccupazioni vengono gestite in modo appropriato.
Cosa che non accade invece con i messaggi, che vengono spesso interpretati erroneamente.
Se non è possibile effettuare una telefonata, allora è bene offrire una linea di comunicazione diretta, tramite e-mail o videochiamata.
Accordo di riservatezza
Alcune aziende, professioni e interi settori industriali sono soggetti a restrizioni legali ed etiche sulla riservatezza che vietano loro di divulgare determinate informazioni in una risposta pubblica.
Sono un esempio avvocati e medici.È un esempio il segreto professionale che riguarda avvocati e medici disciplinato dall’articolo 622 del Codice Penale.
Se il settore professionale ha una serie rigorosa di linee guida etiche e di riservatezza, dovresti conoscerle a fondo prima di rispondere a un cliente.
Rimedio adeguato
Il più delle volte, l’utente vuole solo che la sua voce sia ascoltata.
Bisogna capirlo e affrontare il problema nel migliore dei modi.
Talvolta il responsabile della diffamazione online è semplicemente in cerca di scuse o di un rimborso.
Altre opzioni ragionevoli
È molto facile per i clienti scontenti e offesi creare account e scrivere commenti sulle piattaforme di recensioni più popolari.
In effetti, è importante ricordare che a volte i consumatori non vogliono ragionare e nulla di ciò che dici o fai sarà sufficiente a fargli cambiare idea.
Altrettanto importante è capire che c’è un limite che nessuna azienda dovrebbe mai superare, ed è quello di cedere alle richieste di cyberbulli ed estorsioni.
Questo renderebbe l’azienda un facile bersaglio e porterebbe ad avere un numero maggiore di attacchi e minacce.
Gestione della reputazione online
L’obiettivo della gestione della reputazione online è rimuovere i contenuti diffamanti e negativi dai risultati di ricerca, sostituendoli con contenuti positivi.
Esistono due modi principali per rimuovere gli esempi di diffamazione online dai risultati di ricerca su Internet:
- Soppressione proattiva;
- Eliminazione retroattiva.
La soppressione proattiva implica la creazione di contenuti positivi per prevenire gli effetti di futuri eventuali contenuti diffamatori e negativi.
L’eliminazione retroattiva, invece, comporta la promozione di contenuti positivi per compensare i contenuti negativi e diffamatori esistenti.
La gestione della reputazione online è l’opzione migliore nei seguenti casi:
- Il contenuto è ancora degno di nota;
- È già diventato virale;
- Si riferisce a un reato grave;
- Una causa o un’azione legale richiederebbe troppo tempo.
L’efficacia è assicurata se si combinano i servizi di reputazione online con la strategia di eliminazione.
Elimina i contenuti online
La realtà della diffamazione online è che più un contenuto rimane online, più aumentano le probabilità che appaia nei risultati di ricerca.
Internet consente a chiunque di pubblicare dichiarazioni diffamatorie che possono essere ascoltate o lette in tutto il mondo, in tempo reale.
Eliminare la diffamazione online dai motori di ricerca il più rapidamente possibile è fondamentale per proteggere la reputazione online e ridurre al minimo i danni.

Esistono diversi modi per farlo, ad esempio:
- Ottenere un’ingiunzione del tribunale per rimuovere il contenuto;
- Sollecitare una richiesta al sito web che ospita il contenuto;
- Chiedere al diffamatore di rimuoverlo;
- Negoziare con il sito Web in cui è pubblicato il contenuto diffamatorio;
- De-indicizzare il contenuto dagli indici dei motori di ricerca.
I servizi offerti dal nostro team in ambito di DirittoOblioGDPR.com, ci consentono di eliminare tutti i link negativi sul web.
Presentare una causa per diffamazione online
Non tutte le rimozioni per diffamazione online sono garantite da contenziosi.
Le vittime e gli avvocati che si occupano di diffamazione online in genere analizzano e valutano i seguenti fattori per determinare se il reclamo è fattibile:
- Se l’informazione o l’affermazione è vera o falsa;
- Se è costituzionalmente protetta da privilegio;
- Se è offensiva o lesiva per la privacy di un individuo o di un’azienda;
- Se viola il codice della proprietà intellettuale;
- Se usa il nome e l’immagine di una persona o di un’azienda illegalmente e senza consenso;
- Se è stato ottenuto illegalmente.
La maggior parte delle volte, intentare una causa per diffamazione online non è la risposta.
Assumere un avvocato o uno studio legale esperto in diffamazione
Un cliente ha lasciato una recensione chiaramente falsa e diffamatoria sulla tua attività o servizio professionale?
O forse una testata giornalistica ha pubblicato una storia imprecisa e dannosa.
Puoi affrontare il problema della diffamazione da solo oppure rivolgerti ad un avvocato esperto in diffamazione.
È importante valutare attentamente la decisione.
In questo paragrafo imparerai a conoscere i vantaggi di assumere un avvocato e il tipo di contenuto diffamatorio che gestisce.
Vantaggi di assumere un avvocato specializzato o uno studio legale con un’agenzia di reputazione
I vantaggi di assumere un avvocato per difenderti dalla diffamazione online e rimuovere i contenuti online sono infiniti.
Gli avvocati esperti in diffamazione online e gli studi legali conoscono i dettagli della legge e sono esperti nella rimozione di questo tipo di contenuto; inoltre:
- Capiscono come proteggere gli individui e le aziende da tutti i tipi di minacce informatiche (come estorsioni, sextortion, ricatti e molestie online);
- Rimangono aggiornati sulle ultime pratiche tecnologiche e di ricerca per trovare soluzioni efficaci in ambito legale;
- Sono soggetti a un organo di governo che ne regola professionalità ed etica.
Gli avvocati specializzati in diffamazione online aiutano anche a rimuovere altri contenuti dannosi; controllano ciò che appare nei risultati di ricerca su Internet e migliorano la reputazione online utilizzando tecniche di personal marketing.
Gli specialisti effettuano più richieste di rimozione di contenuti al giorno e hanno una conoscenza completa su quali siano gli argomenti più convincenti quando si richiede una rimozione.
Inoltre, hanno un arsenale di contatti su siti Web, piattaforme e media per facilitare le eliminazioni rapide e senza problemi.
Tipi di contenuti diffamatori gestiti dagli avvocati
Internet consente alla diffamazione online di diffondersi su scala mondiale.

Gli attacchi di diffamazione online sono presenti in:
- Social network: post, account, commenti, stati e messaggi falsi su Facebook o LinkedIn;
- Siti web nati appositamente per attaccare: piattaforme create per criticare una persona, un’azienda o un prodotto, come Ripoff Report;
- Blog e forum: piattaforme che consentono agli utenti di fornire feedback su particolari argomenti.
La maggior parte dei consumatori formula la sua prima e talvolta unica opinione su un’attività basandosi su quanto trovano in rete.
Post diffamatori, recensioni false o reclami possono avere effetti devastanti sul profitto di un’azienda.
La diffamazione online tiene lontani i clienti, mette a dura prova i rapporti commerciali e fa sì che alcune porte si chiudano per sempre.
Gli attacchi contro le aziende si manifestano come:
- Reclami dei consumatori: piattaforme online in cui i consumatori condividono opinioni e pensieri su prodotti e servizi;
- Valutazioni e recensioni dei consumatori: questi siti assegnano un punteggio a ciascun profilo aziendale.
I consumatori possono facilmente classificarli e scartare i servizi di bassa qualità.
Tutte le aziende dovrebbero sapere come individuare una recensione falsa e segnalarla alla piattaforma;
- Mezzi di comunicazione e altre pubblicazioni online: sono estremamente difficili da rimuovere perché le informazioni possono essere di interesse pubblico;
- Blog e commenti sui forum, come Quora;
- Social network: le aziende possono trovare profili aziendali e personali falsi, post e commenti dannosi, ecc.;
- Siti Web fraudolenti: contenuti generati dagli utenti che offrono servizi non etici e truffe;
- Recensioni dei datori di lavoro: piattaforme in cui i capi pubblicano informazioni dettagliate sui propri dipendenti.
Sono diventati un punto di riferimento per commenti su prodotti e servizi, ma sono anche destinati a causare danni a un individuo, un’attività o un’azienda
Conclusioni
Come abbiamo visto nella guida, la diffamazione online può avere gravi conseguenze nella vita di una persona o nella storia di un’azienda.
In Diritto all’Oblio GDPR cerchiamo di fornire informazioni gratuite sulla diffamazione online affinché gli utenti possano proteggersi dai commenti.
Il nostro team lavora su contenuti diffamatori online, attraverso l’esercizio del Diritto all’Oblio.
Offriamo un servizio professionale di consulenza, applicazione e follow-up delle procedure relative al Diritto all’Oblio.
Contatta uno specialista e avvieremo il processo per rimuovere i contenuti diffamatori, negativi o obsoleti.